Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2009-2013 07/07/2008 • Roberto Simonetti

Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2009-2013 07/07/2008

Inserita sabato, 9 Giugno 2012 | da: roberto simonetti
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ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, membri del Governo e colleghi, la strategia di
bilancio individuata dal Governo è certamente innovativa sia nei contenuti, sia nei tempi. Per la
prima volta, infatti, la manovra sarà anticipata nelle sue linee essenziali già a prima dell’estate e
prenderà la forma organica di un piano triennale di stabilizzazione della finanza pubblica.
Ci sarà, pertanto, per la prima volta una convergenza tra parte progettuale e parte attuativa
realizzata grazie al pacchetto di provvedimenti legislativi collegati alla manovra stessa.
Quest’ultima, infatti, sarà suddivisa in quattro parti e avrà una caratteristica triennale con effetto
immediato, dato che le due leggi economiche saranno varate entro luglio e concretizzeranno le
azioni necessarie per la realizzazione degli obiettivi.
Inoltre, è la prima volta che è definita contestualmente al DPEF una manovra in grado di conseguire
gli obiettivi fissati nel Documento stesso per gli anni oggetto di programmazione. Ciò porterà più
certezza, credibilità e maggiore controllo da parte sia dei cittadini, sia degli operatori economici.
Oltre alle due leggi economiche il DPEF si compone del disegno di legge delega per il federalismo
fiscale (fortemente voluto dalla Lega Nord) e del codice delle autonomie. Il Documento di
programmazione relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009- 2013 fonda le sue
radici su quattro strategie mirate: la riduzione del costo complessivo dello Stato, senza mettere le
mani nelle tasche dei cittadini con nuove tasse e senza ridurre i servizi e le garanzie sociali
essenziali; rendere più efficace l’azione della pubblica amministrazione prendendo come assioma
che è lo Stato a servizio del cittadino e non viceversa; ridurre il peso burocratico che grava sulla vita
dei cittadini attraverso la semplificazione normativa e burocratica; spingere l’apparato economico
verso lo sviluppo attraverso interventi specifici. Riassumendo, quindi, si tratta di interventi di
sostegno allo sviluppo economico, di stabilità dei conti pubblici e di promozione della coesione
sociale attraverso il federalismo fiscale.
Parte della manovra si basa sulla perequazione tributaria attraverso la rimodulazione della base
imponibile di alcuni settori ad alto profitto (quali banche, assicurazioni ed industrie operanti nel
settore dell’energia), l’armonizzazione del regime fiscale delle cooperative e l’eliminazione del
regime di favore fiscale per gli extra compensi. L’extragettito derivante sarà destinato all’attivazione
di un fondo a favore dei più disagiati, ovvero la cosiddetta social card per i generi alimentari e per il
pagamento delle bollette.
Il piano industriale per la pubblica amministrazione si basa sulla riorganizzazione mediante una
filosofia basata su meritocrazia, innovazione e trasparenza per raggiungere adeguati livelli di
efficacia e di efficienza. Oltre a ciò, per il triennio 2009-2011, si vogliono attuare miglioramenti
quantificabili in un risparmio di circa un punto percentuale l’anno di prodotto interno lordo. Meno
burocrazia, più digitale e accelerazione dei processi di innovazione porteranno nel 2012 ad una
riduzione degli oneri amministrativi del 25 per cento, conseguendo così un aumento potenziale di
1,7 punti percentuali del PIL.
La semplificazione della macchina-Stato è tesa a produrre effetti positivi per famiglie, cittadini e
soprattutto imprese, anzitutto sotto il profilo economico. Ciò si attuerà in diversi modi: vi è il
«taglia-leggi», ossia il decreto-legge n. 112 del 2008, che individua tutte le norme che saranno
considerate abrogate, il «taglia-tempo», che garantisce la certezza dei tempi di conclusione dell’iter
burocratico, il «taglia enti inutili», che prevede la semplificazione dei controlli amministrativi a
carico delle imprese (nel decreto-legge n. 112 del 2008 vi è un articolo rubricato «Impresa in un
giorno») e la semplificazione in materia di lavoro, salute e fisco.
Per il lavoro, viene abolito il divieto di cumulo tra pensione e redditi da lavoro, sia autonomo sia
dipendente. Per quanto riguarda la semplificazione, essa è prevista in campo fiscale ed è tesa a
ridurre gli adempimenti dei contribuenti. Ricordo, per esempio, la soppressione dell’obbligo della
trasmissione dell’elenco dei fornitori e dei clienti, della disposizione che prevedeva per i
professionisti l’obbligo di accendere un conto corrente dedicato all’attività professionale e,
soprattutto, della normativa riguardante la tracciabilità dei pagamenti relativi ai compensi
professionali.
Importante è anche l’anticipazione della pubblicazione degli studi di settore. Gli interventi per lo
sviluppo saranno finalizzati a concretizzare un’azione mirata a promuovere il Paese in modo
duraturo. Le iniziative, peraltro già inserite – come dicevo – nell’articolato del decreto-legge n. 112
del 2008, riguarderanno la concentrazione degli interventi FAS per infrastrutture energetiche, reti di
telecomunicazione, sicurezza, tutela dell’ambiente, trattamento dei rifiuti e internazionalizzazione
delle imprese. Inoltre, si prevede di riformare il processo civile attraverso l’introduzione del sistema
di comunicazione e notifica telematica e di ripartire con la produzione di energia nucleare,
attraverso la definizione delle tipologie degli impianti e la valutazione dei criteri di localizzazione
dei siti.
Si dovrà attuare la liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Inoltre, sono previsti il sostegno alle
reti di comunicazione a banda larga, il rafforzamento dei distretti, nuovi fondi per l’innovazione
destinati alla realizzazione di iniziative produttive ad elevato contenuto tecnico.
È importante ricordare il piano casa, per la realizzazione di un incremento del patrimonio
immobiliare ad uso abitativo, da destinarsi come prima casa alla fascia più debole della società.
Punto cardine politico ed economico del presente Documento di programmazione economicofinanziaria
è l’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione, il cosiddetto federalismo fiscale.
Collegato al presente Documento, difatti, verrà predisposto un disegno di legge delega, da
approvarsi entro il termine della sessione di bilancio, che disciplinerà la perequazione delle risorse
finanziarie per i territori con minor capacità fiscale, nonché i principi fondamentali del
coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, stabilendo la compartecipazione delle
regioni e degli enti locali al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio e garantendo la loro
autonomia di entrata e di spesa.
Tutto ciò non dovrà comportare, ovviamente, né aumenti della spesa pubblica né inasprimenti
dell’imposizione fiscale sui cittadini. Questo, oltre a dare finalmente giustizia ai territorio virtuosi,
che producono reddito, assicurerà la correlazione tra prelievo fiscale e beneficio connesso ai servizi
offerti sul territorio, oltre alla massima trasparenza ed efficienza nelle decisioni di entrata e di spesa,
in modo da valorizzare il controllo democratico dei cittadini e aumentare la responsabilità degli
amministratori.
Il decentramento offre la possibilità di calibrare l’offerta di servizi ai bisogni delle collettività locali
e, nel contempo, consente agli elettori di giudicare con più immediatezza la qualità dell’azione
politica. Per realizzare questi benefici occorre che il decentramento sia formato su un sistema di
responsabilità chiaro e coerente. L’autonomia fiscale dei governi locali, l’adeguatezza e la
trasparenza dei flussi perequativi e vincoli severi all’indebitamento sono i tasselli fondamentali di
tale sistema. Queste sono parole che – colgo l’occasione per riportarle all’Assemblea – ha adottato il
governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, nell’audizione svolta presso le Commissioni
bilancio riunite di Camera e Senato.
Quindi, possiamo affermare che, dopo vent’anni di proposta politica della Lega Nord, fa veramente
piacere leggere in testi legislativi come quelli in esame, ciò che la Lega da sempre scrive nei suoi
programmi elettorali, cioè la necessità di attuare un vero federalismo fiscale e istituzionale in questo
Paese.
Concludendo, il DPEF conferma l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2011, nonostante la difficile
situazione congiunturale, e lo fa senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini, come invece fu
fatto nei due anni precedenti.
Difatti, per il primo anno del triennio vi è solo la perequazione tributaria di banche, assicurazioni e
imprese legate al mondo energetico, mentre per il restante biennio la manovra si basa
esclusivamente sui tagli alla spesa pubblica e alla riorganizzazione dello Stato. Quindi, più
sviluppo, più innovazione, meno Stato e burocrazia, attuazione del federalismo fiscale, sono le
risposte legislative che la Lega Nord dà alle esigenze del territorio, dei cittadini e a quanto
promesso in campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

 

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