Disposizioni per l'attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell'articolo 81, sesto comma, della Costituzione del 12.12.2012 • Roberto Simonetti

Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell’articolo 81, sesto comma, della Costituzione del 12.12.2012

Inserita mercoledì, 12 Dicembre 2012 | da: roberto simonetti
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ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, da sempre la Lega Nord ha l’obiettivo di far sì che tutti gli enti locali, soprattutto lo Stato, raggiungano il pareggio, l’equilibrio, di bilancio. È una finalità che da sempre il nostro movimento vuole far perseguire a questo Stato che, invece, ha sempre utilizzato il diabolico debito pubblico come sussistenza per finanziare l’assistenzialismo peloso, la Cassa del Mezzogiorno. Il deficit spending è sempre stato utilizzato non per costruire impresa, ma per comprare, di fatto, consenso e voti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Finalmente, però, il principio del pareggio di bilancio «entra» nella Costituzione. Si costituzionalizza questo principio e, con oggi, si inizia a completare il processo attraverso l’approvazione di questa proposta di legge rafforzata.
Ricordo che il debito pubblico dal 1970 al 1990 ha avuto un rapporto con il PIL che è passato dal 38 per cento al 100 per cento nel 1990, fino ad arrivare al 126 per cento dei giorni nostri. È un debito che blocca la crescita e che ingloba, all’interno di tutte queste spese indistinte, ogni sforzo che i cittadini fanno per la riduzione delle spese e per tutte le ulteriori risorse aggiuntive che questa maggioranza inedita, formata da PD e PdL, ha voluto predisporre con le manovre Monti di questo momento e con la tassazione per i cittadini e per le imprese. Quindi è un debito che mangia tutti gli sforzi che i cittadini, purtroppo, non riescono più a fare, ma che devono comunque subire. È stato un anno, sono stati mesi di manovre contro i territori, contro le famiglie, contro le imprese. Si è dato più spazio, più flessibilità e più attenzione all’economia e ai mercati, piuttosto che ai cittadini. Si è privilegiato il mercato, piuttosto che le esigenze della popolazione. Infatti, adesso, in questi giorni e in queste ore, si va ad ascoltare cosa dicono i mercati, se Monti si dimette, che non abbiamo ancora capito se si dimette o no. Cosa dicono i mercati: ma a noi interessa cosa dicono i cittadini, cosa dicono le imprese, cosa dicono le famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Cosa ce ne frega dei mercati? È la politica che deve decidere, non se c’è lo spread a più o meno 200 punti. I cittadini ci chiedono una cosa: di mandare a casa Monti. Vediamo se entro quindici giorni riusciremo in questo intento.
È un provvedimento che fa seguito alla legge costituzionale n. 1 di quest’anno, che è l’unico dei provvedimenti che la Lega Nord ha votato di tutto il pacchetto – proprio «pacchetto» – che l’Unione europea, la Commissione europea e la finanza europea hanno voluto che l’Italia approvasse. Noi abbiamo approvato la modifica costituzionale, perché crediamo nel pareggio del bilancio, ma non abbiamo creduto in tutti gli altri provvedimenti, che hanno un vulnus democratico al loro interno, perché nessuno li ha decisi, nessun cittadino eletto, ovvero persone che avevano il mandato per decidere. Eppure, questi hanno deciso il two pack, il six pack, il fiscal compact, il MES, che poi sono stati ratificati, senza neanche un grande dibattito, da questo Parlamento.
È quindi un periodo storico che ha in sé due questioni preoccupanti, che preoccupano appunto la democrazia. C’è, infatti, una perdita di sovranità nazionale, che non viene discussa da questo Parlamento. Commissari europei non eletti e tecnici impongono delle perdite di sovranità. In parte anche questa legge impone una perdita di sovranità, perché va a collegarsi con il nuovo metodo di redazione di bilanci dello Stato, secondo cui il bilancio non viene più deciso a livello nazionale – non dico a livello territoriale, ma neanche nazionale – ma viene deciso a livello europeo.
Poi c’è la questione finanziaria. Questo euro ci costa troppo, perché questo sistema europeo costa troppo ai cittadini e alle Pag. 52imprese: il MES costa 125 miliardi all’Italia e il fiscal compact costa 45 miliardi all’anno al Paese. È chiaro che sono posizioni molto critiche e quindi noi siamo in una posizione molto critica.
Noi diciamo che, se pareggio di bilancio deve esserci, è bene che sia per tutti e, quindi, non che ci sia solo il pareggio di bilancio per la Lombardia, il Veneto e il Piemonte (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), quando la Sicilia, la Calabria, la Campania e il Lazio sforano allegramente i bilanci e poi costantemente chiedono i soldi attraverso il Fondo per il dissesto. Se Milano è in pareggio, lo devono essere Taranto, Catania, Palermo, Reggio Calabria: tutti in pareggio! E devono essere in pareggio con i loro soldi, non con i nostri soldi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), perché altrimenti il meccanismo non funziona!
È duro, veramente duro, perché è grazie a voi parlamentari siciliani che noi abbiamo dovuto dare ulteriori 400 milioni di euro proprio alla Sicilia per riuscire a rientrare dai vostri debiti e dai vostri crediti che non riuscite ad esigere. Avete dei residui attivi miliardari, che sono solo lì sulla carta, e, per riuscire a fare delle spese vere, avete bisogno di altro: crediti difficili e spese sempre vere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Così andate sempre più in dissesto e siamo sempre noi a pagare. Sempre noi a pagare!
Se nelle fasi avverse del ciclo e degli eventi eccezionali, è grazie alla Lega Nord che lo Stato garantisce sempre i servizi, le funzioni fondamentali e le prestazioni agli enti locali ed è grazie al presidente Giorgetti che la legge costituzionale ha fatto prevedere che lo Stato deve comunque garantire i servizi essenziali per i cittadini attraverso il fondo straordinario, e se nelle fasi favorevoli i comuni devono partecipare alla sostenibilità del debito pubblico, è bene che sia venuta avanti la posizione della Lega Nord, di cui appunto all’articolo 9, comma 5, che ho già illustrato prima. Se bisogna partecipare, si partecipa in modo inversamente proporzionale alla virtuosità degli enti locali (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), chi più è virtuoso meno partecipa alla sostenibilità del debito e chi più invece è in dissesto, più deve essere sanzionato.
Finalmente si pone la sanzione a livello costituzionale come prerogativa negativa per chi sfonda i bilanci e si premiano tutti gli enti virtuosi con una partecipazione inversamente proporzionale alla sostenibilità dell’indebitamento pubblico, che – lo ricordo – con le vostre manovre avete fatto pagare per il 75 per cento agli enti locali e alle famiglie, ma che pesa per il 6 per cento sugli enti locali. I comuni hanno il loro carico del 6 per cento di debito pubblico, ma partecipano nella vostra manovra al 70 per cento, con i tagli e con le maggiori risorse che a loro vengono richieste.
Noi abbiamo fatto queste modifiche a tutela degli enti locali e in favore delle virtuosità. Avevamo anche chiesto una concertazione dell’indebitamento che avvenisse non solo a livello regionale, intraregionale, ma anche fra le regioni, in modo tale da creare, con la sussidiarietà orizzontale, e non solo verticale, tra quelle aree omogenee che hanno la possibilità di collaborare tra di loro, una sorta di circuito virtuoso tra regioni confinanti, tra regioni simili, tra regioni omogenee, proprio per determinare quella sorta di macroregione che prima o poi – anzi, più prima che poi – si realizzerà. E questo, purtroppo, non è passato, ma andremo avanti sempre e comunque su queste posizioni.
È una meta da perseguire l’ottenimento del pareggio del bilancio, però bisogna fare anche un altro ragionamento: non bisogna sempre raggiungere il pareggio di bilancio aumentando le tasse, bisogna qualche volta iniziare anche a pensare che si debba ottenere il pareggio del bilancio con la riduzione delle spese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), altrimenti il sistema non funziona. Forse ci siamo dimenticati di inserire a livello costituzionale – sarebbe anche stato bello farlo – un tetto massimo alla pressione fiscale. Perché bisogna sempre pensare che tanto, al massimo, si aumenta la pressione fiscale e si chiudono i buchi? Io direi che si sarebbe potuto inserire anche questo concetto.
Quindi, per diminuire la spesa cosa dico che bisogna fare? Ebbene, bastava applicare quanto avevamo previsto con il provvedimento sul federalismo fiscale: la possibilità di utilizzare i costi e i fabbisogni standard piuttosto che la spesa storica, che però voi avete affossato; dare una fiscalità propria agli enti locali, che voi avete tolto perché con l’IMU sulla seconda casa data allo Stato di fatto avete distrutto tutta la fiscalità locale; avvicinare il livello di spesa al centro di presa fiscale, in modo da responsabilizzare chi chiede, chi spende i soldi, in modo tale che ci sia la possibilità di attuare l’assioma «vedo, voto, pago» in modo tale da calmierare le spese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
La soluzione come sempre è il federalismo. Speriamo che questa legislatura finisca al più presto con le nuove elezioni e con la nuova ripresa di questi argomenti, che diventino effettivamente legge dello Stato che possa essere applicata e non sempre distrutta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).


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