La Dis-Unione Europea e il Coronavirus: Stato vs Uomo. • Roberto Simonetti

La Dis-Unione Europea e il Coronavirus: Stato vs Uomo.

Inserita sabato, 14 Marzo 2020 | da: roberto simonetti
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In Europa, benchè  sia diventata l’epicentro mondiale di diffusione del Coronavirus , incautamente non si persegue una linea comune al suo contrasto.

C’è chi come noi, e da poco la Spagna, mira all’isolamento delle comunità cercando di chiudere il virus in un recinto e chi preferisce la soluzione dell’immunità di gregge, facendolo correre affinchè si autoimmunizzi progressivamente.  La diversità di strategia nasce non solo da differenti approcci sanitari ma dalla differente visione di società che permea i singoli Stati e soprattutto il dissimile rapporto di forza fra questi e i suoi cittadini.

Da noi viene giustamente privilegiato l’individuo, l’uomo, rispetto al valore complessivo dello Stato, benchè ciò imponga seri problemi all’impresa, al commercio, alla stabilità economica, mentre altrove come in Francia, Germania e soprattutto Gran Bretagna il primato viene dato allo Stato, all’economia rispetto alla difesa immunitaria e sanitaria dei singoli.

Esempio sono le parole di Boris Johnson che ha detto ai suoi concittadini di prepararsi a subire vittime premature nelle proprie famiglie, tenendo così tutto aperto e consentendo ogni tipo di circolazione delle persone e delle merci per non colpire gli asset economici britannici. Un concetto questo che se fosse stato espresso nel nostro paese avrebbe visto folle in piazza a chiedere la testa politica del premier, mentre in oltremanica si è osannati come un nuovo Churchill.

E’ chiaro quindi che questo nostro approccio diametralmente opposto alle potenze economiche continentali ci porterà ad avere enormi difficoltà a ritornare protagonisti nello scacchiere europeo e mondiale, perché finchè non si troverà un vaccino saremo completamente segregati a tempo indeterminato dal resto del mondo. Il Coronavirus non deve trasformarsi da problema sanitario a dramma sociale.

Evidenzio che, in questo senso, se tutti avessero avuto veramente a cuore lo spirito Europeo sarebbe stato decisamente opportuno da parte della Commissione Europea indirizzare gli Stati membri a perseguire in maniera unitaria il contrasto al virus, perché questa lotta al Covid-19 non è solo giustamente una salvaguardia della sopravvivenza delle persone ma anche la conservazione dei sistemi economici e sociali di tutti i singoli sistemi produttivi. Ma tant’è. Anche questo capitolo ha evidenziato putroppo quanta dis-Unione Europea permea ancora.

Ecco perchè a fronte delle scelte inglesi in cui l’economia vince sull’uomo, della Francia ove forse si chiuderanno le scuole da lunedì, della Germania che stanzierà 550 miliardi di euro per fronteggiare l’eventuale crisi interna, il Governo italiano, per non vanificare tutti gli sforzi che le nostre comunità stanno attuando, deve trovare ulteriore forza e risorse economiche dirette ed indirette per difendere ancor più le nostre imprese e famiglie, o si potranno creare  pericolose condizioni di una crisi profonda non solo industriale ma sostanzialmente sociale e istituzionale.

Dobbiamo assolutamente evitare oggi che  qualcuno domani possa domandarsi: ma a cosa è servito tutto questo rigore se mancano soldi, merci e lavoro?


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