Simonetti (Lega): solo il 5 per cento degli immigrati arrivati via mare è un rifugiato. • Roberto Simonetti

Simonetti (Lega): solo il 5 per cento degli immigrati arrivati via mare è un rifugiato.

Inserita venerdì, 18 Marzo 2016 | da: roberto simonetti
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Il dibattito sull’accoglienza diventerà sempre più importante a livello territoriale, quando cioè l’incapacità della Commissione Europea e del Governo Renzi  si concretizzerà nel dover trovare una adeguata sistemazione anche a chi illegalmente è entrato nel nostro paese, via terra o via mare.  Innanzi tutto non è concepibile appaltare la difesa dei confini europei alla Turchia, Stato che da sempre, da centinaia di anni è contro l’Europa, che favorisce politiche tese all’islamizzazione del Vecchio Continente. Un esempio lampante è  la vicenda epica della Battaglia di Lepanto in cui le flotte musulmane dell’Impero ottomano (turche) e quelle cristiane (federate sotto le insegne pontificie) della Lega Santa si sono scontrate per rivendicare visioni differenti di come costruire l’Occidente. Fortunatamente la Lega Santa allora vinse. Ora invece sembra voler decisamente soccombere per una incomprensibile inerzia.

E’ bene comunque definire con precisioni il contesto normativo per affrontare con cognizione di causa il problema.  Chi ha diritto alla protezione internazionale va accolto. Il clandestino  e cioè il “migrante economico” va espulso e rimpatriato. Dovrà essere aiutato il suo paese, non lui direttamente, affinchè l’esodo di massa si fermi.

Ma cos’è la  protezione internazionale?  A seguito alla Convenzione di Ginevra, al fine di poter garantire un livello sempre più elevato di protezione e di tutela, sono stati adottati il d.lgs.251/2007, il d.lgs. n.25/2008 e il d.lgs.  n.18/2014 che recepiscono i principi sanciti dalle due direttive europee in materia di protezione internazionale (2004/83/CE e 211/95 UE) che definiscono i due “status” di coloro che devono essere tutelati: il rifugiato e  coloro che possono accedere alla “protezione sussidiaria”.

Il rifugiato è colui che non vuole far ritorno nel Paese dal quale proviene a causa del timore di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le proprie opinioni politiche. Invece, è ammissibile alla protezione sussidiaria colui che non possiede i requisiti per essere riconosciuto rifugiato, ma nei cui confronti sussistono fondati motivi di ritenere che, se ritornasse nel Paese dal quale proviene, correrebbe un rischio effettivo di subire un grave danno. Sono considerati gravi danni: la condanna a morte o all’esecuzione della pena di morte; la tortura o altra forma di pena o trattamento inumano o degradante; la minaccia grave e individuale alla vita o alla persona derivante dalla violenza indiscriminata in situazioni di conflitto armato interno o internazionale.  (fonte sito web Polizia di Stato)

Solo queste due fattispecie sono da inserirsi nella “protezione internazionale”, di diritto universale. In Italia, grazie alla “lungimiranza” del Governo Prodi, e quindi solo nel belpaese viene concessa una ulteriore protezione, quella “umanitaria”, il cosiddetto permesso di soggiorno per motivi umanitari, stabilito dal terzo comma dell’art. 32 D.Lgs. 25/2008 che recita: “Nei casi in cui non accolga la domanda di protezione internazionale e ritenga che possano sussistere gravi motivi di carattere umanitario, la Commissione territoriale trasmette gli atti al questore per l’eventuale rilascio del permesso di soggiorno.”

I numeri, non miei ma della “Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza,  identificazione e trattenimento dei migranti” ci dicono che nel 2015 su 153.842 immigrati sbarcati (senza contare quindi quelli entrati via terra dalla rotta balcanica) solo 71.110 hanno fatto la richiesta di asilo, quindi il 54 per cento si è dileguato non si sa dove. Di coloro che hanno fatto richiesta solo 3.562 domande, pari al 5 per cento, ha ottenuto esito positivo per lo status di rifugiato, 10.214 domande , pari al 14 per cento lo status di protezione sussidiaria. Sono state rigettate 37.403 domande, il 53 per cento, e 4.106, pari al 6 per cento, erano irreperibili. Queste ultime due categorie sono quindi da considerarsi formate da “clandestini” per un valore pari al 59 per cento degli sbarcati, a cui secondo la legge internazionale si dovrebbero aggiungere i 15.759, il 22 per cento, di coloro che hanno ottenuto lo status solo italiano della protezione umanitaria.

Concludo dicendo di aiutare qui da noi con tutte le nostre forze il 19 per cento degli immigrati che davvero scappano dalla guerra. E rimandiamo a casa loro, aiutandoli là con misure economiche e politiche della comunità internazionale, l’ottanta per cento di immigrati che non hanno le caratteristiche per  ottenere la tutela stabilita dal diritto internazionale.

On. Roberto Simonetti Lega Nord Padania.


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