Simonetti: dichiarazione voto finale ddl povertà del 14.07.2016 • Roberto Simonetti

Simonetti: dichiarazione voto finale ddl povertà del 14.07.2016

Inserita lunedì, 18 Luglio 2016 | da: roberto simonetti
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Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente; devo dirle che l’ultimo intervento ha certamente illuminato quest’Aula, perché ha portato il dibattito su dei lidi che, francamente, non pensavo mai si potessero raggiungere, soprattutto nel campo del ridicolo, e trovo ridicolo, tra l’altro, che un presidente di Commissione faccia una dichiarazione di voto su un provvedimento, perché tipicamente un presidente di Commissione dovrebbe essere super partes

PRESIDENTE. Sì, però, onorevole Simonetti, a onore del vero, un presidente di Commissione è un deputato al pari degli altri, può votare, fare dichiarazioni di voto, poi, la sua è una valutazione politica, però…

ROBERTO SIMONETTI. Sì, sì, va bene, anche il Presidente della Camera dovrebbe essere super partes, si figuri, si figuri… Poi, se vogliamo anche entrare nel merito della narrazione, è chiaro che la narrazione che è venuta fuori, oggi, non è venuta da parte della minoranza, soprattutto nel campo della falsità, ma è venuta dalla maggioranza e dalla maggioranza che sostiene, non so come, il presidente Marazziti in Commissione, perché quando si fa un emendamento in cui si dice che il Fondo per la lotta al contrasto alla povertà è, di fatto, una misura legata al reddito minimo di inclusione, ecco che la narrazione fraudolenta la fate voi, non la fa la minoranza. Perché questo provvedimento è una legge delega di contrasto alla povertà, ma non è, di fatto, un reddito minimo di inclusione: con minimo, senza minimo, non è un reddito di inclusione. Perché, se poi il presidente Marazziti considera reddito 60 centesimi al giorno per risolvere il problema del reddito di un povero, io ho dei seri dubbi che abbia capito di cosa stiamo parlando; io ho dei seri dubbi, basta fare le divisioni, fra il miliardo che viene messo e i 4 milioni e mezzo di poveri che sono aumentati durante la vostra gestione di maggioranza. Infatti, la vera risposta alla povertà non si ottiene dando squisitamente assistenzialismo, ma creando opportunità di lavoro, opportunità di sviluppo; è questo il vero compito che un Governo dovrebbe avere, perché noi dobbiamo creare opportunità di lavoro, opportunità di imprenditorialità, affinché uno riesca ad affrancarsi da uno Stato assistenziale e da uno Stato padre e madre che non dà poi sviluppi economici e non fa crescere il PIL.
Molto probabilmente, ciò che certifica il fallimento di questo Governo non sono i dati dell’ISTAT riguardo al Jobs Act, dell’INPS riguardo al Jobs Act, riguardo allo sviluppo o al PIL, ma è l’aumento dei poveri che l’ISTAT oggi ci ha detto essere aumentati di 400.000 unità dal 2014 al 2015. Questa è la vera cartina di tornasole delle vostre politiche economiche sbagliate. Ed è chiaro che voi volete provvedere con una risposta che noi consideriamo metodologicamente sbagliata: quella dell’accentramento su Roma di tutto ciò che, invece, dovrebbe essere gestito a livello territoriale. È inutile dire che i sindaci sono le figure istituzionali che il Governo considera maggiormente perché sono in prima linea a risolvere i problemi, quando, poi, taglia i fondi e quando, poi, toglie loro, attraverso una centralizzazione del sistema socio-assistenziale, dell’assistenza alla persona, la possibilità di decidere, perché con questa delega voi date la possibilità al Governo di istituire all’interno del Ministero del lavoro il centro nevralgico di sviluppo e coordinamento delle nuove politiche sociali, scavalcando la Costituzione, scavalcando tutto ciò che, oramai, è impostato da anni, e cioè che è compito delle regioni e dei territori poter dare delle risposte in funzione anche delle economie di cui loro possono avvalersi autonomamente o dei trasferimenti che, comunque, verranno sempre più ridotti e sono sempre stati più ridotti con le vostre finanziarie, perché il PD non è immune, da quattro anni a questa parte, dall’omicidio delle istituzioni locali: ha tagliato miliardi di euro di trasferimenti alle regioni e ai comuni… rida, rida, Presidente, tanto lei più che ridere non sa cosa fare… scusi, eh, voglio dire, non è che si mette qui a ridere…

PRESIDENTE. Vada avanti, onorevole Simonetti, su, ora non cerchiamo la polemica.

ROBERTO SIMONETTI. Non c’è alcuna polemica, è lui che l’ha cercata…

GIANCARLO GIORGETTI. Presidente, lei faccia il Presidente allora !

PRESIDENTE. Infatti, io faccio il Presidente, onorevole Giancarlo Giorgetti… non si preoccupi onorevole Giorgetti… onorevole Giorgetti non si preoccupi, non mi costringa a richiamarla…

GIANCARLO GIORGETTI. Voglio che mi richiami ! Voglio che mi richiami !

PRESIDENTE. Si sieda, onorevole Giorgetti… non mi costringa a richiamarla, si sieda onorevole Giancarlo Giorgetti… si sieda…
Onorevole Simonetti, vada avanti.

ROBERTO SIMONETTI. Qui c’è una problematica, che non è che sono i Governi delle legislature precedenti, il Governo Berlusconi e la maggioranza con la Lega, che hanno tagliato i fondi agli enti locali; al massimo, nella scorsa legislatura, è stato il Governo che voi avete sostenuto, di Monti, che poi si è trasformato nel Governo Letta e nel Governo Renzi, che ha sistematicamente tagliato i trasferimenti alle regioni e agli enti locali; tagli che si sono tramutati in tagli alla sanità, in tagli all’assistenza e in aumento delle richieste di ticket e delle richieste di tariffe da parte degli enti locali per poter soddisfare le naturali esigenze, le giuste esigenze della cittadinanza.
Questa, inoltre, è una delega talmente ampia che dovrebbe essere incostituzionale, perché è impossibile che un Parlamento non sia in grado – ed è questa la grande colpa di questa maggioranza – di utilizzare bene i suoi tempi; oggi abbiamo passato quasi dodici ore di lavoro all’interno di quest’Aula e non siamo stati capaci, noi, di definire che cos’è la misura di contrasto alla povertà, quali siano i beneficiari, qual è il beneficio economico, quali sono i servizi alla persona, quali sono le verifiche e i controlli; avete demandato tutto al Governo, in modo tale che possa farsi davvero le slide per potersi fare una propaganda in funzione di questo suo momento di finita luna di miele verso il suo elettorato e verso l’elettorato del Paese. Allora, avete regalato al Governo la possibilità di fare nuove slide, con nuovi titoli, ma senza contenuti. Senza contenuti e senza, molto probabilmente, la possibilità temporale di poter attuare questa delega, perché voi date sei mesi di tempo al Governo per riuscire a definire una serie infinita di misure che devono essere, però, vagliate da quattro Ministeri: dal Ministero del lavoro, dell’economia, della pubblica amministrazione e della salute. Tenendo conto che adesso passerà al Senato, verrà approvata prima delle vacanze, passerà agosto, a fine anno ci sono le vacanze di Natale, avete tre mesi di tempo e poi questa delega scade o dovrete venire qua a chiedere la proroga, perché voi in tre mesi non farete niente e farete perdere 600 milioni agli italiani indigenti perché queste somme, così come è scritto nella delega, a mio avviso non potranno essere utilizzate l’anno successivo; nella finanziaria dall’anno scorso, probabilmente, su quell’emendamento lì, forse ci siamo anche astenuti perché dava seicento milioni, quest’anno è un miliardo a decorrere, ma i primi seicento milioni non li avete utilizzati per le vostre liti interne, per la vostra incapacità di programmare e di decidere, lo ripeto, di programmare e di decidere. È chiaro che, tra l’altro, la misura qui da voi prevista va ad ammazzare tutto quello, come ho detto prima, che era previsto a Costituzione vigente, tutto quello che questo Parlamento nel tempo aveva prodotto, cioè la vicinanza delle problematiche dei cittadini alle istituzioni a loro più vicine, il famoso modello sussidiario. Voi fate esattamente il contrario, voi fate esattamente il contrario di quello che è sussidiarietà verticale o orizzontale, se non quella della devoluzione verso l’alto delle competenze. Regalate il bilancio all’Europa, regalate il fiscal compactall’Europa, regalate il nostro futuro all’Europa, però ai territori togliete tutto, togliete la possibilità di poter decidere, togliete alle regioni la possibilità di avere la loro capacità legislativa, tanto che se facciamo la somma di tutti i provvedimenti dell’ultimo anno voi avete centralizzato le politiche del lavoro, avete centralizzato le politiche per la lotta alla povertà, state centralizzando tutte le politiche industriali, del turismo, dell’energia, dei trasporti, della scuola, dell’istruzione, della sanità, nella riforma costituzionale. State togliendo potere ai territori, ma c’è un però, c’è un però che noi abbiamo visto e per il quale voi iniziate davvero a tremare, che è quello del voto popolare nei confronti del centralismo, perché – vedi la Brexit – quando la gente ha potuto votare contro i centralismi, ha votato con il risultato che tutti voi conoscete e noi, visto che non possiamo votare contro i centralismi voluti dall’Europa, voteremo contro quella modifica costituzionale che tanto si lega con questo provvedimento che uccide i territori, che uccide le autonomie e che non dà risposte concrete, perché non ci sono i fondi all’interno del provvedimento atti a svolgere quello che sarebbe giusto fare. Purtroppo i poveri ci sono e purtroppo ci saranno, perché voi non risolverete per nulla la problematica (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).


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